seguendo percorsi immaginari,
lasciando dietro sè impercettibili impronte,
tracce di un inevitabile sussegursi d'idee.
Cammino svelto,
stabilmente stretto in improbabili decisioni,
lasciando che la strada scorra
coi suoi rimpianti, coi suoi rimorsi.
Non ho risposte da dare, nè motti,
a chi chiede dove porterà questo peregrinare
poichè non domando al cuore come lui batta, incessante,
e così non pretendo che le gambe m'illustrino i loro progetti.
Dove arriverò, quella sarà la meta,
e dove il respiro deciderà di portarmi,
finchè ciò che giacerà alle mie spalle potrà essere chiamato "casa".
Ed il tragitto,
con le sue perdite,
coi suoi vicoli bui,
coi cocenti pomeriggi disperati su strade roventi,
coi possibili ed improbabili compagni di viaggio
e le infinite premesse, note e postille,
quello è ciò che più m'importa,
e lo chiamerò con lo stesso mio nome;
quello, sarò io.