domenica 2 settembre 2012

Il cammino

Incauto, il mio piede avanza
seguendo percorsi immaginari,
lasciando dietro sè impercettibili impronte,
tracce di un inevitabile sussegursi d'idee.
Cammino svelto,
stabilmente stretto in improbabili decisioni,
lasciando che la strada scorra
coi suoi rimpianti, coi suoi rimorsi.
Non ho risposte da dare, nè motti,
a chi chiede dove porterà questo peregrinare
poichè non domando al cuore come lui batta, incessante,
e così non pretendo che le gambe m'illustrino i loro progetti.
Dove arriverò, quella sarà la meta,
e dove il respiro deciderà di portarmi,
finchè ciò che giacerà alle mie spalle potrà essere chiamato "casa".
Ed il tragitto,
con le sue perdite,
coi suoi vicoli bui,
coi cocenti pomeriggi disperati su strade roventi,
coi possibili ed improbabili compagni di viaggio
e le infinite premesse, note e postille,
quello è ciò che più m'importa,
e lo chiamerò con lo stesso mio nome;
quello, sarò io.

Fragile

Sento l'assenza di ricordi mai avuti
e di quelli che non faranno memoria
nella somma dei miei giorni,
nel totale di ciò che sono e sarei potuto divenire.
Ne sento l'assenza, riservata e discreta,
mai rivelata, mai presa in considerazione.
Come fantasmi di un passato fumante
che trascinano catene d'oscuri pensieri
per i meandri della mia mente, fragile.
Sento l'assenza degli occhi che non rifletteranno i miei,
e dei loro silenziosi segreti da celare
e delle necessità che non verranno colmate.
L'assenza del protrarsi del mio animo
e dell'estendersi del mio spirito verso l'eterno.
Espiro sospiri camuffati di quotidiane pene
ed imprigiono lo sguardo in vettori stabiliti.
E non si parla, non si ride.
Tutto deve tacere,
in segno di lutto e di mesta ammissione d'imperdonabili colpe sconosciute.
Non trovo salvezza o perdono per questa assenza.
Fragile, questo è il mio nome.
Assenza, questa è la mia natura.